Fuga a due voci

sono partita – per allontanarmi
sono dovuta anche tornare
per credere che pur sparisca io
rimane ancorata la città

sei partita – per allontanarti / c’è stato un momento in cui
sei dovuta anche tornare per / dimostrare che è possibile e
credere che benché sia sparita / vale la pena rivenire ma
rimane ancorata la città / il ritorno non è un dover

fa parte del processo un ritorno / un momento per mettere in una scatola
dimostrare che è possibile / tutta questa vita intensa
che vale la pena / (dis)illusione, amore e conflitto
e che non è un dover / entrare per chiuderli tutti

hai messo quindi in una scatola / come se potessi tornare a
tutta quella vita intensa / vivere ciò che c’era prima
(dis)illusione, amore e conflitto e / la speranza di non aver perso tutto
sei entrata – così l’hai chiusa / cantava con una voce di sirena

ogni storia imbottigliata che / con tanta forza – tant’incanto
era ancora presente / mi chiamava a tornare
solo se ripresa e vissuta / l’infinita musica della città
poteva trovare una fine / abbracciata da quel mare piegato

sei partita – per accontentarti / di quel momento così breve
di un passato già remoto / ma troppo intenso per
dubitarne il presente d’una volta / lasciarlo fuggire
non potevi – né per un minuto / ne serviva un contrappunto

per tanto che non volessi / sono partita – e contenta alla fine di
lasciar fuggire quel momento / quel passato quasi quasi remoto
è stato possibile comunque / dubitarne il presente d’una volta
avendo trovato il contrappunto / oramai non mi viene in mente

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